GIRO D'ITALIA GIOVANI UNDER 23
Giro d'Italia Giovani Under 23 - la nostra storia
Il Giro d’Italia Giovani è il punto di ripartenza del ciclismo giovanile. Per molti anni è stato abbandonato, un buco nel calendario della Federazione e una mancata opportunità di crescita per il ciclismo. Dal 2017, da una intuizione e dalla volontà di Davide Cassani e della Federazione, lo abbiamo preso in mano e abbiamo dedicato il nostro tempo per farlo ripartire, dargli credibilità e valore: per i territori e per gli sponsor.
E’ stato un lavoro profondo: in pochi anni la gara è diventata centrale a livello internazionale con una grande identità ed una comunicazione capillare e costante.
Il Giro Giovani sta continuando nel suo percorso di innovazione e sperimentazione con territori nuovi, format innovativi, salite inesplorate e percorsi stupefacenti: uno spaccato d’Italia che vuole imperiosamente parlare e che racconterà storie meravigliose.
Noi siamo orgogliosi di questo sviluppo ma dobbiamo deve crescere ancora: sono sfide che vanno oltre la classica organizzazione e che ci vedono impegnati per fare crescere professionalmente il nostro team e stimolare l’interno settore in una sfida a migliorarsi e primeggiare.
Noi lo abbiamo reso possibile, voi potete renderlo unico.
F.A.Q. - Covid-19
FONTE: Ministero della Salute Italia
ULTIMO AGGIORNAMENTO: 9 Settembre 2020
I sintomi di COVID-19 possono variare, a seconda della gravità della malattia, dall’assenza di sintomi (essendo asintomatici) a febbre, tosse, mal di gola, debolezza, affaticamento e dolori muscolari e nei casi più gravi, polmonite, sindrome da distress respiratorio, sepsi e shock settico, che potenzialmente portano alla morte.
I sintomi più comuni di Covid-19 sono:
- Febbre ≥ 37,5 ° C e brividi
- Tosse secca
- Difficoltà respiratorie
- Perdita di gusto o olfatto
- Congestione nasale
- Mal di gola
- Diarrea (soprattutto nei bambini)
- Tossire o starnutire nel gomito o usa un fazzoletto. Se si utilizza un fazzoletto, deve essere smaltito con cura dopo un singolo utilizzo
- Lavarsi le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi
- Stare ad almeno un metro di distanza dalle persone per ridurre il rischio di diffusione del virus attraverso le goccioline respiratorie
- In caso di malessere, restare a casa
Le persone anziane di età superiore ai 70 anni e quelle con patologie preesistenti, come ipertensione arteriosa, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori) hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia.
Si raccomanda a tutte le persone anziane, o affette da una o più malattie croniche o con immunosoppressione congenita o acquisita, di non lasciare la propria abitazione o residenza, se non strettamente necessario, ed evitare luoghi affollati, dove non sia possibile mantenere una distanza interpersonale sicura di almeno un metro.
Il periodo infettivo può iniziare uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi, ma è probabile che le persone siano più contagiose durante il periodo sintomatico, anche se i sintomi sono lievi e molto aspecifici. Si stima che il periodo infettivo duri 7-12 giorni nei casi moderati e in media fino a due settimane nei casi gravi.
Sulla base delle attuali conoscenze, la trasmissione del virus avviene principalmente da persone sintomatiche ma può verificarsi anche poco prima dell’insorgenza della sintomatologia, quando sono in prossimità di altre persone per periodi di tempo prolungati. Le persone che non manifestano mai sintomi possono trasmettere il virus anche se non è ancora chiaro in che misura tale eventualità si verifichi: sono necessari ulteriori studi.
Per aiutare ad interrompere la catena di trasmissione è necessario limitare i contatti con persone COVID-19 positive, lavarsi frequentemente e accuratamente le mani e indossare una mascherina quando non è possibile garantire almeno 1 metro di distanziamento fisico.
- una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19
- una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano)
- una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati)
- una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti
- una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei
- un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei
- una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.
Gli operatori sanitari, sulla base di valutazioni individuali del rischio, possono ritenere che alcune persone, a prescindere dalla durata e dal setting in cui è avvenuto il contatto, abbiano avuto un’esposizione ad alto rischio.
In base alle Circolari e agli Ordini ministeriali, le autorità sanitarie locali devono porre in quarantena con sorveglianza attiva per 14 giorni gli eventuali contatti stretti di un caso probabile o confermato.
Sì, le persone infette possono trasmettere il virus sia quando presentano sintomi che quando sono asintomatiche. Ecco perché è importante che tutte le persone malate siano identificate mediante test, isolate e, a seconda della gravità della loro malattia, ricevano cure mediche. Anche le persone confermate ma asintomatiche devono essere isolate per limitare contatti con gli altri. Queste misure interrompono la catena di trasmissione del virus.
Ecco perché è sempre importante rimanere ad almeno 1 metro dagli altri, coprire bocca e naso con un gomito piegato o un fazzoletto quando si tossisce o starnutisce, pulire regolarmente le mani e rimanere a casa in caso di sintomi o se richiesto dal medico di base o dal dipartimento di prevenzione.
È anche importante indossare una mascherina quando non è possibile applicare il distanziamento fisico e le altre misure di prevenzione e controllo.
Il DPCM del 7 settembre 2020 proroga al 7 ottobre 2020, le misure precauzionali minime per contrastare e contenere il diffondersi del COVID-19, adottate con DPCM del 7 agosto 2020 e con le ordinanze del ministro della Salute del 12 agosto 2020 e del 16 agosto 2020.
L’ordinanza del Ministero della Salute del 12 agosto 2020 prevede, dal 13 agosto, tamponi obbligatori per le persone che nei 14 giorni antecedenti all’ingresso in Italia abbiano soggiornato o siano transitate negli Stati di Malta, Croazia, Spagna e Grecia. Inoltre, prevede il divieto d’ingresso in Italia ai cittadini che nei 14 giorni antecedenti, abbiano soggiornato o siano transitati in Colombia.
Con l’ordinanza del 16 agosto 2020, sono sospese le attività del ballo, all’aperto e al chiuso, che abbiano luogo in discoteche e in ogni altro spazio aperto al pubblico. Si precisa che l’Ordinanza non disciplina le manifestazioni di carattere privato che sono destinate a soggetti determinati e scelti sulla base di legami personali, di amicizia o parentela, manifestazioni per le quali non essendo consentito l’accesso indiscriminato del pubblico non valgono le restrizioni previste nella medesima Ordinanza.
Sono quindi esclusi dall’ambito di applicazione della citata Ordinanza i matrimoni, le cresime, le comunioni, per le quali non esiste un accesso indiscriminato del pubblico, restando ferme, con evidenza, le prescrizioni del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 7 agosto 2020, relative al divieto di assembramento e alle misure di igiene ivi previste.
L’ordinanza prevede anche, come misura di contenimento contro la diffusione del nuovo coronavirus, l’obbligo dalle ore 18.00 alle ore 06.00 sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie, lungomari) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale.